Padre Francesco - Enciclica 'Laudato Si'

…molti di coloro che detengono più risorse e potere economico o politico sembrano concentrarsi soprattutto nel mascherare i problemi o nasconderne i sintomi, cercando solo di ridurre alcuni impatti negativi di cambiamenti climatici. Ma molti sintomi indicano che questi effetti potranno essere sempre peggiori se continuiamo con gli attuali modelli di produzione e di consumo. Perciò è diventato urgente e impellente lo sviluppo di politiche affinché nei prossimi anni l’emissione di anidride carbonica e di altri gas altamente inquinanti si riduca drasticamente, ad esempio, sostituendo i combustibili fossili e sviluppando fonti di energia rinnovabile.

 

Una speranza per il futuro

In un mondo dove 7 miliardi di persone sfruttano energie tutti i giorni, lo sfruttamento delle risorse è destinato a peggiorare ed a deteriorarsi; l’unica salvezza sono le energie rinnovabili, che sono sempre disponibili, pulite, economiche ma soprattutto inesauribili nella scala dei tempi umani. Il petrolio, il carbone, il nucleare sono solo energie di passaggio ed hanno sempre, nella loro manifestazione, un tempo limite; le energie rinnovabili partono dal sole, che ci manda energia inesauribile sotto forma di radiazioni; il nostro comportamento dovrebbe essere come quello della natura che ci circonda, ovvero lo sfruttamento con il minimo sforzo (un fiore che cresce, piante ed alghe che compiono la fotosintesi clorofilliana); se il genere umano riuscisse ad utilizzare tutti i tipi di energie che vengono dal sole, soddisferemmo il nostro fabbisogno energetico annuale di ben 153 volte (ed il sole è gratis…….). La manifestazione classica dello sfruttamento del calore e della radiazione del sole, porta il nome di “energia fotovoltaica” (le radiazioni vengono assorbite da un pannello che le trasforma in energie di diverso tipo per il fabbisogno di elettricità e di calore). Sempre grazie al sole, si possono manifestare fenomeni come il vento, che nel campo delle energie rinnovabili viene impiegato nell’eolico; anche questa energia è pulita, gratuita e costantemente presente, ma l’uomo la sfrutta per lo 0,1% del suo fabbisogno energetico globale. Ovviamente il sole non è l’unico motore che muove il nostro pianeta; da sempre l’acqua è sinonimo per noi uomini di vita e quindi di energia che viene sfruttata nel campo dell’idroelettrico; qui l’uomo si è accorto di questa potenzialità energetica da millenni (basti pensare ai mulini che sfruttano da sempre il moto dell’acqua per la creazione di energia cinetica); per questo, in Italia, con lo sfruttamento dell’energia idroelettrica siamo messi bene (15% del fabbisogno globale, secondo paese al mondo dietro al Giappone) ed esportiamo nel mondo il nostro “know how”. Infine, per completezza di informazione, esiste anche un’altra energia rinnovabile (anche se quasi inesauribile a causa dell’effetto serra) che sfrutta il calore naturale della terra e viene denominata correntemente “geotermia”; in Italia specialmente, questa energia può essere determinante dove il pannello fotovoltaico non arriva per questioni di spazi e di risorse.

L’Intervista: Jeremy Rifkin a Forumpa 2016 (24 maggio 2016)

“È in atto nel mondo una terza rivoluzione industriale e l’Italia se la sta facendo sfuggire. La visione del vostro Governo è chiara: volete andare nella direzione giusta trasformando il vostro sistema economico con la leva della rivoluzione digitale e i valori della sharing economy. Ma adesso dovete farlo davvero, come già avviene in Germania, Francia e Cina”.

Che cosa dovrebbe fare lo Stato, nella pratica, per assicurare all’Italia l’ingresso nel nuovo ciclo economico?
”Per prima cosa deve rivedere le regole, ora basate sulla vecchia rivoluzione industriale, che però è ormai in declino in tutto il mondo. Servono regole che permettano la migrazione verso un sistema di terza rivoluzione industriale basato su connessioni digitali e condivisione delle risorse (sharing economy). Anche per salvare il mondo dal disastro ambientale. La Cina si sta muovendo verso un piano di questo tipo, che comprende tra l’altro l’impegno a digitalizzare il sistema elettrico, in modo tale che tutti possano produrre localmente energia da fonti rinnovabili. Le nuove generazioni sono già pronte a rinunciare all’acquisto di auto, a loro basta il car sharing. Non solo: le prossime auto condivise saranno sempre più spesso elettriche e stampate in 3D. E poi saranno a guida autonoma. Condivisione di energia, mezzi di trasporto, case: è la base del nuovo modello economico.”

Che cosa non ha capito l’Italia, la nostra pubblica amministrazione?
“Che le tre tecnologie creano una nuova infrastruttura con la quale cambia tutto. La gestione dell’energia e delle attività socio-economiche. In Germania milioni di persone già producono localmente energia rinnovabile e la condividono. Questo è possibile grazie a una società sempre più connessa, all’internet delle cose, al calo del costo di chip e sensori. In alcuni posti produrre energia rinnovabile è già meno caro delle fonti combustibili e il costo tenderà a scendere. Fino potenzialmente a zero. Allora vi chiedo: come può competere l’Italia con un’economia come quella Germania dove le aziende sono collegate a un sistema energetico con costi marginali nulli?”

In Italia una proposta di legge, Sharing Economy Act, comincia a provare a regolare il settore. Quali regole servono?
”Ogni Paese avrebbe bisogno di un commissario specifico per la sharing economy, per vedere quali regole e policy applicare a questo paradigma del tutto nuovo. Per esempio per tutelare sicurezza e privacy dei dati; per mantenere neutrale il network che è alla base della condivisione e assicurare una corretta concorrenza. Questa visione sta prendendo forma nei nuovi programmi europei di finanziamento, del tutto ripensati di recente alla luce delle priorità della nuova rivoluzione industriale. I fondi ci sono, la direzione voluta dall’Europa è chiara. Ora bisognerà vedere se il nuovo modello entrerà a fondo nella pubblica amministrazione. Il problema è che le Regioni continuano a spendere fondi per mettere cerotti alle vecchie infrastrutture della seconda rivoluzione industriale, invece di pensare a costruire le nuove.”

Le pubbliche amministrazioni possono essere anche soggetti attivi nell’adottare la trasformazione?
”Assolutamente sì, possono essere pionieri e incentivare direttamente il nuovo modello. Le città possono avviare servizi di car sharing con auto elettriche, come avviene a Parigi. Fare smart grid (gestione intelligente della rete) con fotovoltaico su palazzi e condividere l’energia. Possono arrivare a condividere i propri database di informazioni, per esempio su trasporto e salute.”

Infine, l’Italia ce la farà a entrare nel nuovo corso?
”Avete grandi eccellenze in molti campi e un grande potenziale, ma dovete cambiare modello di business. Le amministrazioni pubbliche, centrali e locali, devono trasformare il proprio approccio. Soprattutto nell’ambito dell’energia siete rimasti ancorati al passato. È il momento di attuare davvero una visione che il Governo dice di avere chiara in testa, sulla nuova rivoluzione industriale.”

Morale: Le energie che abbiamo usato finora sono dannose per l’ambiente, l’uomo e l’economia.

           ………il futuro sta bussando alla nostra porta, ora sta a noi avere la volontà di cambiare ricordandoci la nostra missione umana di prosperare………..

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